Chi siamo

L’Associazione C@se di Cielo nasce in seguito al trasferimento della sua presidente – nata e vissuta a Roma – in questo distretto dell’alta Tuscia, dove affondano le sue radici familiari. Un ritorno motivato dal desiderio di riscoprire e valorizzare quelle radici che ancora vivono nel patrimonio naturale, agro-alimentare, artigianale, storico-culturale e religioso dei piccoli comuni che si affacciano direttamente o lambiscono indirettamente la valle dei Calanchi, divenuta famosa con la rinascita di Civita di Bagnoregio, il paese che… doveva morire. 

La riscoperta di questo patrimonio non vuole essere un mero riportare alla luce “ruderi archeologici” né una mera rivitalizzazione del “piccolo mondo antico”. L’Associazione non si muoverà col “passo del gambero” ma attingerà al PASSATO per guardare con lungimiranza al FUTURO. Del resto, sono sempre le RADICI che portano linfa per la nascita di nuovi FRUTTI.

 

«Quando hai solo 2 centesimi,

acquista una pagnotta di pane con uno e un giglio con l’altro. 

Anche la bellezza nutre!» 

(proverbio cinese)

 

Nella parola “C@SE” è sintetizzato l’oggetto sociale: realizzare cOse belle (azioni e oggetti) nella convivialità, e ospitare turisti in cAse belle, per la convivialità a offerta libera; vogliamo sognare e far sognare… tutti, anche chi non avrebbe le possibilità economiche o le risorse psico-fisiche per farlo. La nostra parola chiave è CON-PARTECIPAZIONE, secondo quanto sancito dall’articolo 3 della Costituzione italiana: 

«TUTTI i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese». 

UGUAGLIANZA nella dignità e nella possibilità di sognare, DIVERSITÀ nello sviluppo della propria personalità. In una sinfonia di vissuti e contributi personali, desideriamo favorire lo sviluppo di una vita… BELLA E BUONA per tutti, anche per chi non riesce a stare al passo con i ritmi frenetici delle società urbane.

 

«La pietra scartata dai costruttori è diventata la pietra principale.

Questo è opera del Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi!» 

(Salmo 118)

 

La @ non simbolizza soltanto una A racchiusa in una O ma è anche il simbolo di una chiocciola: vogliamo andare al passo del più lento! 

Delle società rurali, pre-industriali, vorremmo recuperare proprio una certa… LENTA SAPIENZA, 

uno sguardo olistico e lungimirante che matura informazioni e emozioni, rielaborandole in “bagaglio esperienziale”.

 

«Il vertiginoso progredire dei saperi specialistici ha generato un regresso collettivo 

nella capacità di incrociare i diversi saperi degli uomini e nell’abilità di usarne diversi contemporaneamente, 

quello che un tempo si chiamava: SAPIENZA» 

(A. Baricco)

 

In un’ottica SAPIENZIALE faciliteremo una sinergia di conoscenze naturali (botaniche, zoologiche, geologiche) e antropologiche, di saperi artigianali, alimentari e non alimentari. La PERMACULTURA che promuoveremo è la pionieristica avanguardia di questa… antica sapienza eco-sistemica. Sì perché non vogliamo fare solo agricoltura sociale, né fare solo artigianato e neanche sviluppare solo turismo; abbiamo costituito un’associazione no-profit perché la nostra prima intenzione non era avviare una attività meramente economica. La visione che ci muove è più vasta: sulla scia degli inventori di Vazapp , desideriamo sviluppare un nuovo UMANESIMO RURALE, che sia il volto di quella ECOLOGIA INTEGRALE a cui ha fatto appello papa Francesco nell’enciclica “Laudato sì’:

 

“Tutto è in relazione, tutto è connesso: non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale,
bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale
che deve integrare la giustizia nelle discussioni ambientali, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri (n. 49).  L’attenzione ai legami e alle relazioni utilizza l’ecologia integrale anche per leggere il rapporto, sia con il proprio corpo (n. 155) che con la società: anche lo stato di salute delle istituzioni comporta conseguenze per l’ambiente
e per la qualità della vita umana (n. 142). Solo lo sguardo dell’ecologia integrale può affrancarsi dalla schizofrenia permanente che va dall’esaltazione tecnocratica, fino alla reazione di negare ogni peculiare valore all’essere umano (n. 118); in queste derive svanisce sempre la responsabilità umana che appare invece evidente quando si riscopre il posto che la persona occupa nella trama delle relazioni eco-sistemiche”

Il nostro statuto